La rivista trimestrale “aut aut” è stata fondata a Milano nel 1951 da Enzo Paci. Nasce come rivista di filosofia con un’intonazione decisamente critica e un’apertura all’intero orizzonte culturale, dai fenomeni artistici ai problemi delle scienze umane, dalla letteratura alla psicoanalisi e all’epistemologia. Questo tratto è rimasto costante lungo tutta la sua ininterrotta storia, anche quando “aut aut” è passata, nel 1976, sotto la direzione di Pier Aldo Rovatti, accentuando il progetto di una politica della cultura attraverso la filosofia. Si è così confermata negli anni come una delle riviste italiane di maggiore prestigio internazionale, sulla quale hanno scritto moltissimi protagonisti del pensiero contemporaneo, come, per esempio, Michel Foucault e Jacques Derrida.

La rivista si rivolge a chi si occupa del dibattito filosofico, agli operatori culturali, agli studiosi di problemi sociali e psicologici, ma soprattutto si rivolge ai giovani che cercano strumenti di pensiero per la propria formazione critica e per la costruzione di una coscienza civile all’interno delle loro pratiche.

L’iniziale ispirazione fenomenologica è stata mantenuta e allargata fino a fare di “aut aut” una sorta di laboratorio di idee e di discussioni al di là di ogni steccato ideologico e con un respiro europeo e internazionale.


“aut aut” nasce in proprio in via Soperga 54, a Milano, a casa di Enzo Paci; nel 1952 ha un suo editore, Taylor di Torino, nel 1957 passa alle edizioni Mantovani, nel 1958 alla Kairos. Dal 1961 e per un decennio l’editore sarà Arrigo Lampugnani Nigri di Milano. Nel 1963 cambia la veste grafica (la copertina viene disegnata da Bob Noorda) e la distribuzione viene assunta dalla Mondadori. Nel 1965 inizia il rapporto con La Nuova Italia di Firenze che fino al 1972 si limita a distribuire “aut aut”, ma che dopo questa data ne diviene l’editore (con il frammezzo di qualche fascicolo azzurrino pubblicato dalla Praxis di Milano). Dal 1974 fino a oggi la rivista mantiene così inalterato il suo assetto editoriale (con il passaggio interno nel 1998 alla RCS di Milano) e la veste grafica (copertina rossa ecc.).

La direzione e la redazione restano comunque sempre a Milano, nella prima fase seguendo Paci da via Soperga a via Burlamacchi. Fin dall’inizio Paci chiama accanto a sé, come redattore capo, Gillo Dorfles; poi si forma (1957) un comitato di redazione con Ludovico Actis Perinetti, Glauco Cambon, Gillo Dorfles, Luigi Rognoni e Giuseppe Semerari; dal 1959 al 1967 Giovanni Raboni opera come segretario di redazione. A partire dal 1968 questo ruolo è tenuto da Pier Aldo Rovatti e Salvatore Veca, entrambi allievi di Paci. Nel 1972 si avrà una direzione a tre e poi nel 1974 a due (Paci-Rovatti). Sono gli anni travagliati della malattia di Enzo Paci, che muore nel 1976.

Da questa data la proprietà della rivista rimane a sua figlia Francesca Romana, la direzione si sposta in via Curti (poi passerà in via Catalani e infine in via Pacini) e prende corpo un nuovo assetto redazionale. In realtà il vecchio comitato già da molti anni aveva cessato di funzionare come tale e la rivista ruotava tutta intorno alla persona di Paci; dopo la sua morte un gruppo aperto di collaboratori prende a riunirsi con periodicità quindicinale svolgendo insieme il ruolo di direzione e di redazione: alle riunioni partecipano una ventina (talvolta anche più) di collaboratori, più o meno giovani, più o meno conosciuti. Da questa conduzione quasi assembleare comincia ad assumere forma una redazione costituita da una decina di persone: siamo nel gennaio 1983. Nel corso degli anni si avvicendano diverse persone, con qualche sostituzione e qualche immissione; le riunioni mensili vengono ospitate prima nella sede del mensile “alfabeta”, per breve tempo presso la Casa della Cultura, e per un paio di anni presso l’ISU di via Pantano. In seguito si svolgono presso la redazione della rivista in via Pacini 40 (Milano).

Nel 2004 la rivista passa all’editore il Saggiatore con una rinnovata veste grafica. Le riunioni si svolgono nella sede di via Melzo 9 e nel corso degli ultimi anni si trasferiscono a Trieste. A oggi la redazione conta una ventina di persone.