Martedì 8 aprile alle 18 al Caffè-libreria San Marco di Trieste verrà presentato il fascicolo di “aut aut” appena uscito: La condizione postumana.
Ne parleranno Giovanni Leghissa (curatore del fascicolo) e Claudio Tondo.

Qualche notizia biografica su di loro:

Claudio Tondo insegna Storia e Filosofia al Liceo Leopardi–Majorana di Pordenone. È membro del Direttivo della Sezione Friuli Venezia Giulia della Società filosofica italiana e redattore di “Edizione”. Ha recentemente pubblicato Le promesse (mancate) della postmodernità nel volume, a cura di Flavia Conte, Conversazioni sul postmoderno (Mimesis, Milano-Udine 2013); con Beatrice Bonato ha curato Fabbricare l’uomo. Tecniche e politiche della vita (Mimesis, Milano-Udine 2013).

Giovanni Leghissa è ricercatore confermato presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’Università di Torino. Ha insegnato filosofia presso le Università di Vienna, Trieste, e presso la Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe. Redattore di “aut aut”, ha curato l’edizione italiana di opere di Derrida, Blumenberg, Husserl, Overbeck, Tempels e Hall. Tra le sue pubblicazioni: L’evidenza impossibile. Saggio sull’immaginazione in Husserl, LINT, Trieste 1999; Il dio mortale. Ipotesi sulla religiosità moderna (Medusa, Milano 2004), Il gioco dell’identità. Differenza, alterità, rappresentazione (Mimesis, Milano 2005), Incorporare l’antico. Filologia classica e invenzione della modernità (Mimesis, Milano 2007), Neoliberalismo. Un’introduzione critica (Mimesis, Milano 2012). Le sue indagini hanno come punti focali: epistemologia dell’economia, epistemologia critica delle scienze umane (con particolare riferimento all’antropologia, alla storia delle religioni e alla filologia), fenomenologia, psicoanalisi, rapporto tra religione e modernità, pensiero ebraico contemporaneo, filosofia del postumano, filosofia interculturale, Postcolonial e Cultural Studies. Da alcuni anni le sue ricerche mirano a indagare le trasformazioni del rapporto tra razionalità economica e razionalità politica nell’età neoliberale.

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